Dopo la vittoria di Wimbledon, qualcuno in Inghilterra qualcuno continua a dubitare di Jannik Sinner: tutto a causa di un’accusa velata
È passato poco più di un mese da quella gloriosa notte del 13 luglio, quando il numero 1 al mondo, Jannik Sinner, trionfò nella finale di Wimbledon, dopo una partita combattuta contro Carlos Alcaraz. Una sfida che aveva tutto il prestigio degli antichi duelli, che ha tenuto incollate agli schermi milioni di persone, andando ben oltre l’intrattenimento.
Jannik Sinner-teatroverdigenova.it-fonte foto Ansa
In quella notte di metà luglio Londra si tinse di azzurro e Sinner divenne il primo italiano della storia a vincere il torneo di Wimbledon nel singolare. Vincere la competizione più antica e più ambita, però, può far storcere il naso a molti. L’invidia, si sa, nello sport può degenerare, alimentata dall’agonismo. Ecco perché in Inghilterra qualcuno ancora dubita di Jannik, muovendo un’accusa velata e potenzialmente pericolosa.
In molti ancora non si fidano, o non vogliono fidarsi, dei risultati dell’indagine dell’Itia (International tennis integrity agency), che ha dimostrato che l’assunzione della sostanza dopante da parte di Sinner fosse stata involontaria.
Ultima ora Jannik Sinner: le accuse di doping
Ora che Jannik Sinner è tornato di diritto sull’Olimpo del tennis, in molti stanno provando a farlo scendere. E se non ci riescono sul campo, cercano altri modi per colpirlo. Il più facile (e meschino) è riprendere ancora quella vecchia storia che portò l’atleta a una sospensione di tre mesi per essere risultato positivo a un controllo antidoping. Dopo un’approfondita verifica, però, l’Itia comprovò che la violazione fosse involontaria, perché dovuta all’assunzione transdermica del clostebol per trattare un taglio sul dito.

Una scelta pericolosa, dovuta alla negligenza del suo massaggiatore. L’indagine dimostrò dunque che il numero uno al mondo non avesse intenzione di utilizzare la sostanza e che la stessa non avesse influenzato in alcun modo le sue prestazioni. Nonostante l’autorevole decisione dell’agenzia, al termine di un’indagine approfondita, abbia tolto ogni dubbio facendo cadere questa storia nel dimenticatoio, c’è qualcuno che sta provando a riprenderla per colpire Sinner.
Stiamo parlando della ciclista Lizzy Banks, le cui dichiarazioni sono state riprese dal Times per insinuare qualcos’altro. Come Sinner Banks aveva riscontrato una positività a un test antidoping e fu squalificata per due anni.
Ecco perché di recente, la ciclista ha dichiarato “Ero devastata dopo aver visto Wimbledon quest’anno. So che Sinner come me ha assunto qualcosa non di proposito, ma lui ha ricevuto una comoda squalifica di tre mesi, tornando subito a gareggiare, mentre con me sono stati più duri“.
L’articolo del Times sembra utilizzare queste dichiarazioni per voler sottolineare una disparità di trattamento tra gli atleti. Ma la situazione è ben diversa. Per Sinner l’assunzione del farmaco non è stata diretta, ma frutto di un assorbimento transdermico del clostebol. Banks ha invece assunto un farmaco contaminato durante la produzione.