Attraverso un emendamento inserito nel Decreto Economia sono state stabilite delle modifiche per il Bonus Asilo Nido: cosa cambia per i beneficiari.
Arrivano delle novità per il Bonus Asilo Nido, il contributo economico rivolto alle famiglie con figli sino a tre anni di età per aiutarle a sostenere le spese di iscrizione agli asili o per l’assistenza domiciliare in caso di minori affetti da patologie gravi.
Le modifiche, contenute in un emendamento inserito nel Decreto Economia, hanno come obiettivo quello di semplificare l’accesso al bonus per i nuclei familiari e ottenere una maggiore efficienza amministrativa. Analizziamo tutte le novità contenute nell’emendamento e cosa cambia per le famiglie che rispettano i requisiti per ottenere il contributo.
È stato inserito nel Decreto Economia l’emendamento promosso dalla senatrice di Fratelli d’Italia Maria Nocco che contiene delle modifiche per l’accesso al Bonus Asilo Nido in modo da snellire la burocrazia per le famiglie.
L’emendamento prevede, nello specifico, la possibilità di presentare una sola richiesta per accedere al contributo, istanza che sarà valida sino al raggiungimento dei tre anni di età del bambino. In questo modo, i nuclei familiari, che rispettano i requisiti previsti dalla normativa, non dovranno ogni anno inoltrare all’Inps la domanda per ricevere gli importi spettanti.
Sarà, però, necessario inviare annualmente la documentazione che dimostri la frequenza delle strutture e attesti il rispetto dei requisiti economici. L’Isee, difatti, è fondamentale per calcolare gli importi del bonus che variano proprio in base alla situazione economica della famiglia richiedente.
Un’ulteriore novità stabilita dall’emendamento è che il bonus sarà applicato a tutte le tipologie di servizi all’infanzia sia privati che pubblici, oltre agli asili nido. Saranno inclusi, dunque, anche nidi e micronidi, sezioni primavera, servizi educativi domiciliari e servizi integrativi, come ad esempio spazi gioco.
Le novità per quanto riguarda la domanda snelliranno le procedure per i beneficiari, ma anche la burocrazia amministrativa per l’erogazione delle somme. Chi rispetta quanto stabilito dalla normativa, che non ha subito alcuna variazione, dunque, dovrà inoltrare una volta la domanda attraverso il portale di Inps o rivolgendosi ad un patronato o un Caf.
L’istanza rimarrà poi valida sino al raggiungimento dei tre anni del minore. Durante il periodo di fruizione, si dovrà procedere inoltrando, come abbiamo anticipato, i documenti che attestino la frequenza degli asili ed un Isee in corso di validità all’Inps. L’Istituto di previdenza sociale, a quel punto, procederà con i controlli e, in caso di anomalie o mancato rispetto dei requisiti, disporre la revoca o la sospensione della misura.
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