Un condomino green decide di montare un contatore per l’acqua nel proprio appartamento, ma c’è una brutta sorpresa per lui.
L’uomo è convinto che con un contatore proprio, le spese per l’acqua non saranno più condivise con l’intero condominio, ma saranno solo a carico suo e a quello che realmente consuma. Ma tutto questo è possibile?

Del resto, un condomino che decide di montare nella propria casa un nuovo contatore dell’acqua, in linea con le richieste europee, lo fa per tenere sotto controllo le proprie spese senza trovarsi di fronte a preventivi di spesa condominiale troppo alti e non conformi al reale utilizzo dell’acqua. Ma cosa succede se si ritrova a dover ancora pagare secondo il vecchio criterio stabilito dal regolamento del palazzo, ad esempio in base al numero di persone?
Un dubbio sollevato sempre più spesso che mette in contrasto legalmente le normative, gli accordi contrattuali privati e le dinamiche della vita in condominio. Ma ora c’è una recente sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha fornito una risposta inequivocabile.
Contatore dell’acqua nella propria abitazione: si pagano ancora le spese condominiali?
L’azione, seppur virtuosa del singolo non ha la forza di riscrivere unilateralmente un patto sottoscritto da tutti. Questo il succo della sentenza. Ma andiamo nei dettagli.

Il dubbio nasce dallo scontro tra due fonti normative. Da un lato, l’articolo 146 del Codice dell’ambiente(D.Lgs. 152/2006), una disposizione di carattere pubblicistico volta a incentivare il risparmio idrico: prevede l’obbligo di installare “contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa” con un criterio di ripartizione basato sul consumo effettivo.
Dall’altro lato, c’è il regolamento condominiale, un vero e proprio contratto sottoscritto da tutti i proprietari, che può legittimamente stabilire un criterio diverso, come la suddivisione in base al numero delle persone che occupano gli appartamenti o ai millesimi di proprietà.
Con una decisione che ha cambiato la sentenza di primo grado, la Corte d’Appello di Milano ha stabilito che l’installazione di un contatore in una singola (o in poche) unità immobiliari non è una condizione sufficiente per superare e disapplicare il diverso criterio di riparto stabilito nel regolamento condominiale contrattuale. Quest’ultimo, per sua natura, può essere modificato solo con il consenso unanime di tutti i condòmini. Addio azioni virtuose allora, perché vale ancora il regolamento condominiale sottoscritto da tutti.